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LA FEDE, ANTIDOTO CONTRO LA PAURA

Predica del Apostola Diana sulla Tema, disponibile su FACEBOOK @SCARLET ADU- CRISTO 

 

COMMENTARIO, BIBBIAWEB.ORG

Cronache

Capitolo 20, versetti da 1 a 13

Tre avversari ad un tempo si avanzano contro il piccolo regno di Giuda. Sono i suoi soliti nemici: MoabAmmon e i Maoniti che facevano parte di Edom. Di fronte alla minaccia di quest’invasione, Giosafat ricerca l'Eterno e proclama un digiuno. Il popolo si raduna. Riferendosi alla preghiera di Salomone (cap. 6:34-35) il re sta in piè dinanzi alla santa Casa ed invoca Colui che ha promesso d'ascoltare e di fare giustizia (vers. 8-9).

Addizionando l’effettivo militare di cui Giosafat disponeva (cap. 17:14 a 18) si giunge alla cifra impressionante di un milione centosessantamila soldati. Ebbene, in questo lungo capitolo non sarà praticamente parlato di loro! Giosafat ha capito quella parola del Salmo 33: «Il re non è salvato per grandezza d'esercito, il prode non scampa per la sua gran forza... L'anima nostra aspetta l'Eterno; Egli è il nostro aiuto e il nostro scudo» (Salmo 33:16 e 20). Così il re riconosce di essere senza forza e senza saggezza (vers. 12). Ma, aggiunge egli, «gli occhi nostri sono su te». E, inversamente, «L'Eterno infatti con i suoi occhi scorre avanti e indietro per tutta la terra per mostrare la sua forza verso quelli che hanno il cuore integro verso di lui» (cap. 16:9, versione Nuova Diodati).

 


 

2 Cronache

Capitolo 20, versetti da 14 a 24

La fiduciosa preghiera di Giosafat riceve una risposta immediata e pubblica. Nel nome dell’Eterno, Jahazielrassicura il popolo e il suo re. Divini incoraggiamenti, la cui lettura è stata profittevole da allora a tanti credenti nel pericolo! Paragonate il vers. 17 con la parola che Mosè rivolge ad Israele al momento del passaggio del mar Rosso: «Non temete; state fermi, e mirate la liberazione dell'Eterno...» (Esodo 14:13).

Senza aspettare che Dio abbia agito, Giosafat, con tutto il popolo, rende grazie e adora. Come onora Dio, la fede che in anticipo può, non solo sbarazzarsi da ogni inquietudine, ma anche ringraziarLo per la risposta di cui ci ha dato l’assoluta certezza! È fare come il divino Modello. Gesù, pronto a risuscitare Lazzaro in virtù della potenza di Dio suo Padre, comincia col rivolgersi a Lui: «Padre, — dice Egli — ti ringrazio che m'hai esaudito» (Giovanni 11:41).

Com’è bello questo culto celebrato alla presenza stessa dei nemici! (vedere Salmo 23:5). Quelli che lodano passano davanti alle truppe in assetto di battaglia. E il canto di trionfo, intonato ad un tratto, dà il segnale d'una straordinaria vittoria... riportata senza combattere.

 


 

2 Cronache

Capitolo 20, versetti da 25 a 37

Agli accenti stessi del cantico della liberazione i nemici di Giuda si sono distrutti a vicenda! Il popolo ha ora soltanto da constatare il loro annientamento e impadronirsi dell’abbondante bottino. Quante volte Dio ha, nello stesso modo fatto sparire dal nostro sentiero delle difficoltà che ci sembravano insormontabili!

Poi il popolo si raduna nuovamente per celebrare l’Eterno nella valle di Beraca — o della benedizione (leggere Salmo 107:21-22).

Pensiamo al trionfo della croce riportato da Gesù senza la minima partecipazione dei credenti. Che cosa resta loro da fare, se non godere i frutti di questa vittoria? E, col cuore pieno di riconoscenza, celebrarla in mezzo alla valle terrestre, prima di farlo eternamente nella santa Città (paragonate vers. 28).

L’ultimo paragrafo ritorna indietro sul regno di Giosafat. Ricorda che, dopo la disastrosa alleanza militare con Achab, il re di Giuda ne ha concluso un'altra non meno incresciosa, col suo figlio Achazia, con uno scopo commerciale. Dio non ne permette la riuscita e ci insegna per bocca di Eliezer, ciò che Egli pensa di questo genere d'associazione con un mondano con lo scopo di arricchirsi.

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